Gnōthi seautón - Estratto da “Ti stappo gli occhi” di Valeria Cipolli

Gnōthi seautón

Mi scavo con le dita,
infinita come una buca,
un pozzo sporco di vita
che non si lascia trovare.
Mi avvolgo
al cigolio dell’istinto.
A stento mi cerco
come la quadratura del cerchio,
l’uscita di un labirinto
che non si fa disegnare.
M’appendo
come filo
in cerca di sospensione,
sull’aria di vetro
in equilibrio obsoleto.
Mi pesco
e non trovo
che lische di tempo
crocifisse sugli altari
del mare.
Camminando
m’appoggio sui miei limiti,
un po’ bastoni
un po’ pietre miliari.
E mi salto a piè pari
come una pagina mancante,
mi leggo in differita.
Mi mantengo
come un segreto
che non si lascia svelare.
Non ce la faccio
adesso a pronunciare
il mio nome.
Scusami
ma è troppo forte
da sussurrare.